Dragons Of Atlantis

In breve...

Quattro popoli sono in guerra tra loro e solo i draghi (veri protagonisti del gioco) saranno in grado di fare da ago della bilancia tra i vincitori e gli sconfitti. Prendi parte al conflitto, alla guida di una delle 4 diverse civiltà, e fonda il tuo impero, partendo da un modesto villaggio fino a diventare la più grande potenza esistente. Il gioco è un classico browser game gestionale con in più la presenza dei draghi.

Dovremo preoccuparci non solo della crescita della nostra città, ma anche del nostro rettile alato, dato che sarà l'elemento più importante che potremo usare.

Tecnicamente Dragons of Atlantis presenta una discreta grafica e delle musiche orecchiabili. Un buon gestionale che farà la felicità di tutti gli amanti dei browser game di questo genere e del mondo fantasy.

Recensione completa

Tempo fa, un popolo conosciuto semplicemente come “gli Antichi” fondò delle terre che furono poi abbandonate.
Dopo molti anni gli Antichi sono tornati e hanno dato vita a 4 popoli diversi, ora in guerra tra loro.
Delle 4 civiltà, alla fine, soltanto una rimarrà a regnare su quelle vecchie terre, ereditando completamente la sapienza e la potenza degli Antichi.
Non sarà tutto rose e fiori, comunque, in aiuto di ogni popolo, ci sarà un'imponente drago che, se allevato nella giusta maniera, farà la differenza tra la vittoria e la disfatta.
Quella che avete appena letto è la premessa iniziale di Dragons of Atlantis, browser game gestionale che ci metterà alla guida di un piccolo villaggio (almeno inizialmente) con lo scopo di fondare un potente esercito che ci farà vincere la guerra.

La parte narrata che ci verrà introdotta all'inizio ci sarà utile per dare una ragione di esistere ai 4 diversi popoli che, una volta avviato il gioco per la prima volta, si contenderanno la scelta del giocatore.
Ogni “razza”, seppur volutamente inventata, prende spunto dalla realtà o dagli stereotipi classici del genere fantasy.
Ci sono i Primus, esseri molto inteligenti e scientificamente avanzati, ispirati alla parte più moderna della popolazione.
I Solerian sono potenti guerrieri che puntano tutto sulla forza bruta e sulla strategia militare per trionfare nella guerra.
Le Amazzoni sono esattamente come ci si potrebbe aspettare: gloriose donne-guerriero che non hanno nulla da invidiare ai loro “colleghi” maschi.
Ultimi ma non ultimi, gli Zolmec, dall'aspetto simile ai nativi americani, sono una tribù profondamente dedita al rispetto per la natura, in grado di avere una grande sintonia con gli animali e i draghi.

A prima vista, Dragons of Atlantis, non si discosta molto da un classico browser game gestionale: si costruiscono case, si estraggono risorse, si crea, si costruisce, si distrugge, si conquista ecc; tutto ciò che siamo abituati a fare in ogni gestionale che si rispetti, sarà qui riproposto.
La grande particolarità, che sta alla base del gioco, è rappresentata dal proprio personalissimo drago di cui potremo disporre.
Esso sarà sempre con noi e sarà la risorsa più importante in nostro possesso.
Lo alleveremo, lo addestreremo, gli faremo avere tutte le cure possibili e lui, in cambio, ci garantirà un'impressionante potenza d'attacco quando si tratterà di conquistare, nonché una validissima difesa quando verremo attaccati.
Ultimo elogio al drago: seppur non particolarmente utile ai fini del gameplay, vedere il nostro bestione alato adagiato al centro della città con sguardo sempre vigile è veramente esaltante.

Graficamente Dragons of Atlantis non eccelle, ma si fa comunque apprezzare. Un comparto visivo nella norma, insomma.
Carine le musiche, molto orecchiabili che ci accompagneranno per tutto il gioco.

Dragons of Atlantis prende spunto dai classici browser game gestionali e ci mette del suo (i draghi), riuscendo, pur senza stravolgere nulla, a dare un pizzico di varietà di cui hanno disperato bisogno questo genere di giochi.
Un titolo sicuramente consigliato, specialmente se avete voglia di qualcosa di diverso senza dover “re-imparare” tutto daccapo.

Originalità e personalizzazione

Avremo la possibilità di creare il nostro drago personale

Conclusioni