Artifact: Discordanti le prime recensioni; una carta costa più del gioco stesso


Uscito ufficialmente sul mercato solamente da pochi giorni, Artifact, il nuovo TCG di Valve ispirato direttamente a DOTA 2, non ha mancato di generare immediatamente qualche malcontento, a causa delle politiche adottate sulle microtransazioni, estremamente aggressive e necessarie per accedere a pressoché qualunque aspetto del gioco (non è nemmeno presente una valuta ottenibile in-game per ottenere buste di carte addizionali in maniera gratuita).
Negli ultimi giorni, poi, un altro aspetto che non aveva convinto la community era quello legato al mancato rimborso ottenibile sul gioco (Artifact rappresenta infatti uno dei pochi casi in cui il titolo base è ottenibile come buy to play) che viene negato a tutti coloro che aprono i pacchetti ottenuti come ricompensa al termine del tutorial.

A rimarcare ulteriormente la natura che potremmo definire controversa del gioco ci hanno pensato poi le prime recensioni ufficiali che hanno fatto capolino sulla rete, evidenziando come anche la critica specializzata sia stata abbastanza divisa nel giudizio.
Se da un lato è già stato ribadito più volte che il gameplay offerto dal titolo è estremamente valido, infatti, dall’altro è impossibile negare come gli aspetti sopra descritti non si facciano sentire in maniera abbastanza gravosa nell’esperienza, redendo di fatto Artifact un gioco difficilmente inquadrabile.

In ogni caso, qui sotto trovate il voto numerico espresso dalle rispettive testate che hanno avuto modo di recensire il gioco:

Destructoid 8.5 / 10.0
PCGamesN 8 / 10
Paste Magazine 6.0 / 10.0
Shacknews 7 / 10

Nel frattempo, ulteriori notizie che potrebbero mettere in allarme i giocatori, arrivano direttamente dal marketplace di Steam che, come saprete, è stato designato dalla stessa Valve come il luogo in cui i giocatori possono rivendere le proprie carte ad altri utenti per denaro reale.
Ebbene, sembra che tale sistema abbia già cominciato a dare i propri frutti e, al momento, la carta più ambita del gioco, ossia l’eroe denominato “Axe”, è proposta in vendita ad un prezzo medio di circa 20 dollari, ossia superiore a quello del gioco stesso, che viene proposto a 19,99 dollari.
Considerando che secondo le prime stime mettere insieme un mazzo competitivo costa dai 200 ai 300 dollari, appare chiaro come le rassicurazioni fatte da Valve nei periodi precedenti all’uscita del gioco siano già state disattese.

Voi cosa ne pensate di questa situazione? Pensate anche voi che il giochi spinga veramente troppo sul versante delle microtransazioni? Diteci la vostra!

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