La Commissione dello UK per il gioco d'azzardo stila un rapporto sulle loot box
Se avete seguito le vicende videoludiche degli ultimi mesi, ricorderete senz’altro le accese diatribe in merito alle loot box, venute prepotentemente alla ribalta in tempi relativamente recenti a causa dei loro presunti meccanismi, tutti da dimostrare, assimilabili a quelli del gioco d’azzardo.
In quest’ottica, lo stato in assoluto meno permissivo in materia è stato quello del Belgio, seguito a ruota dall’Olanda, che dichiarò illegale la loro implementazione all’interno di un qualsiasi videogioco, forzando di conseguenze qualsiasi software house a rimuovere tali contenuti dai propri titoli in versione belga.
Oggi, ad unirsi al coro degli stati “detrattori” della pratica delle loot box vi è il Regno Unito, che ha recentemente divulgato un documento intitolato "Young People and Gambling 2018" all’interno del quale, dopo aver preso in esame ed esaminata a fondo la questione, viene ufficialmente formalizzato che si, per la UK Gaming Commission l’acquisto di loot box all’interno di un videogioco mediante denaro reale è in tutto e per tutto una pratica assimilabile al gioco d’azzardo.
In seguito alla pubblicazione di tale documento, ripreso immediatamente da numerose testate che hanno riportato la notizia, sembrava che la questione fosse chiusa, con la conclusione che per il Regno Unito le Loot Box sono effettivamente gioco d’azzardo.
Tuttavia, la redazione di Games Industry ha deciso di contattare in prima persona la UK Gaming Commission per chiedere delucidazioni in merito alla loro posizione e, con una certa sorpresa, una portavoce delegata ha smentito quanto riportato dalle molte testate che hanno condiviso la notizia, affermando che il documento è stato per larga parte travisato.
Più nello specifico, le parole utilizzate da quest’ultima sono le seguenti:
“All’interno del sondaggio non ci siamo riferiti in alcun modo all’argomento in termini di esposizione al gioco d’azzardo. La ragione per la quale la questione ci siamo interrogati sulla questione è che si tratta di un argomento molto popolare e vogliamo provare ed essere sicuri di raccogliere il maggior numero di dati e di informazioni in merito possibili.”
Voi cosa ne pensate di questa faccenda? A quanto pare, c’è stata un po’ di confusione e al momento non sembra del tutto chiara quale sia la posizione ufficiale della Commissione UK.
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