Steam: Il CEO di No More Robots evidenzia un netto calo delle vendite dei giochi
Come avrete certamente notato, il panorama dei client videoludici per PC è piuttosto in fermento in questi ultimi tempi che, tra l’ingresso di nuovi concorrenti di primo piano (Epic Games su tutti), aggiornamenti che si promettono rivoluzionari e servizi in abbonamento, si stanno dimostrando essere particolarmente vivaci.
Mai come in questo periodo, la competizione è alta e, in maniera quasi fisiologica, appare quasi normale che qualcuno arrivi a rimetterci.
Nonostante questo, tuttavia, quanto emerso dalle analisi di Mike Rose, CEO di No More Robots, è comunque alquanto impietoso, dato che il quadro complessivo che ne viene fuori non è esattamente dei migliori, almeno per quanto riguarda le finanze degli sviluppatori che pubblicano su Steam le proprie creazioni.
Note that this is based on analyzing only the top 20% of games -- I removed the bottom 80%, as that 80% are barely making any money at all.
If I had included all games released on Steam, these numbers would have been waaay more terrifying— Mike Rose (@RaveofRavendale) 10 settembre 2019
Come potete vedere dal tweet che vi abbiamo riportato poco sopra, al termine delle complesse operazioni di analisi, Mike Rose è arrivato alla conclusione che, durante l’ultimo mese, la media delle copie vendute per ciascun gioco si aggirava attorno alle 1500 unità, con un ritorno economico annuale medio pari a $16.000.
La brutta notizia è che, rispetto allo scorso anno, tali numeri rappresentano un -47%, segno di un’inflessione alquanto marcata e decisamente preoccupante.
Il tutto, poi, assume connotazioni ancora peggiori se si tiene in considerazione il fatto che, per estrapolare tali dati, Rose ha escluso dal campione l’80% dei giochi meno venduti, tenendo come riferimento solamente il 20% più remunerativo.
Qualora avesse deciso di includere al suo interno ogni titolo, infatti, i risultati derivanti sarebbero stati ancora più negativi, dato che Steam è pieno di titoli che vendono poco e niente.
Le ragioni dietro a questo trend discendente sono ovviamente molteplici e impossibili da delineare con precisione. Nonostante questo, però, appare abbastanza chiaro come l’elevatissima concorrenza (sulla piattaforma Valve vengono letteralmente “rigurgitate” centinaia di produzioni su base giornaliera), i numerosi free to play e i servizi in abbonamento che stanno prendendo sempre più piede sono tutti fattori che, concatenati, stanno infliggendo un duro colpo a buona parte degli sviluppatori.
Voi cosa ne pensate di tutto ciò? Fateci sapere la vostra opinione!
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