Steam raggiunge e supera i 30 milioni di utenti in territorio cinese
Come forse saprete, il territorio cinese, pur presentandosi come uno dei mercati in assoluto più appetibili per l’industria videoludica (e non solo), a causa dell’elevatissima densità di popolazione, è spesso dovuto scendere a patti col sistema politico vigente nel paese, che ha spesso portato a vere e proprie campagne di censura su larga scala di tantissime produzioni normalmente ammesse nel resto del mondo, definite come in contrasto con l’ideologia che lo stato cinese impone ai suoi cittadini.
A causa di queste problematiche e all’interesse tutto sommato modesto del popolo cinese verso determinate produzioni (disinteresse spesso dettato dalla forte propaganda di stato), il mercato videoludico ha sempre un po’ faticato ad insediarsi in territorio cinese, anche se sembra che qualcosa stia cambiando in questi ultimi tempi.
Steam has more than 30m users in China.
It initially gained popularity due to DOTA 2, but has grown due to more localised games, regional pricing, local payment methods + wide variety of games banned/blocked in China.
Perfect World/Valve are creating a China only ver. of Steam. pic.twitter.com/weK09n2qmC— Daniel Ahmad (@ZhugeEX) 17 ottobre 2018
Come potete vedere dal post di Twitter che vi abbiamo riportato poco sopra, l’analista di mercato Daniel Ahmad, attualmente impegnato presso Niko Partners, ha riportato come Steam abbia raggiunto e superato i 30 milioni di utenti in territorio cinese, cifra tutt’altro che irrisoria se consideriamo le circostanze in cui questa è stata raggiunta.
Come sottolinea lo stesso Ahmad, Valve, in collaborazione con Perfect World, sta lavorando per realizzare un apposito client esclusivo per il mercato cinese, che sarà realizzato su misura per venire incontro alle esigenze di questo popolo. Tuttavia, il dato dei 30 milioni sopra riportato è relativo alla versione internazionale della piattaforma, dal momento che quella specifica per la Cina non è ancora disponibile, cosa che fa assumere al risultato toni ancora più incoraggianti.
In accordo con l’analista, questo traguardo è stato possibile grazie alle recenti politiche di Valve che, spianando la strada con l’apprezzato DOTA 2, ha permesso un’elevata fidelizzazione dei giocatori grazie a sempre più titoli localizzati in lingua cinese, una politica di prezzi allineata agli standard regionali, l’aggiunta di valute locali e una discreta disponibilità di giochi normalmente bannati in territorio cinese.
In poche parole, nonostante lo spazio di manovra per crescere ulteriormente sia ancora tanto, il mercato videoludico cinese si conferma come uno dei più promettenti per il prossimo futuro.
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