Valve diminuisce la propria percentuale derivata dalle vendite su Steam
Con una comunicazione ufficiale pubblicata direttamente sulla piattaforma, Valve ha recentemente notificato un adeguamento delle tariffe relativo alle percentuali trattenute dal colosso quando un publisher di terze parti vende un proprio prodotto su Steam.
In poche parole, Steam ha finora trattenuto una percentuale fissa pari al 30% sui ricavi derivati dalla vendita di un qualsiasi prodotto ma d’ora in avanti, e più precisamente per tutte le vendite che sono state fatte a partire dallo scorso 1 Ottobre, per i prodotti che genereranno ricavi complessivi superiori ai 10 milioni di dollari verrà applicata una spartizione monetaria tra Valve e sviluppatore con una percentuale del 75%/25%.
Al raggiungimento dei 50 milioni di dollari, invece, tale spartizione sarà ancora più vantaggiosa per le software house di terze parti, dal momento che la somma verrà ripartita al 80%/20%.
In poche parole, molto probabilmente per cercare di contrastare il fenomeno che vede le grandi produzioni pubblicare i propri titoli su piattaforme proprietarie (spesso create ad-hoc o quasi), Valve ha deciso di premiare gli sviluppatori più profittevoli, di fatto diminuendo il proprio guadagno a vantaggio del publisher o del team di sviluppo.
Ecco con quali parole valve ha introdotto questo adeguamento delle percentuali:
Il valore di una rete così ampia come Steam ha molti vantaggi, creati e condivisi da tutti i partecipanti. Trovare il giusto equilibrio per rispecchiare questi contributi è un fattore complicato ma importante per il buon funzionamento di una rete. È sempre stato chiaro che i giochi di successo e il loro grande pubblico hanno un impatto significativo sugli effetti di rete. È quindi importante che Steam li riconosca e continui ad essere una piattaforma adatta a questi giochi.
Oltre a questo, leggendo il post rilasciato da Valve è possibile apprendere come il colosso abbia finalmente modificato alcune parti del contratto di riservatezza relativo alle vendite di un dato gioco e, per farla breve, d’ora in avanti gli sviluppatori saranno liberi di divulgare o meno, a loro discrezione, i dati di vendita relativi ai propri giochi. Prima di oggi, infatti, Steam aveva adottato una politica che non permetteva la condivisione del numero di copie piazzate, di fatto costringendo analisti e addetti del settore ad affidarsi ad alcune stime non sempre precise.
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