I cittadini venezuelani si mantengono con RuneScape
Solitamente, quando si mette in correlazione un MMORPG free to play e il denaro, il primo pensiero che viene in mente è con tutta probabilità legato alle tanto odiate microtransazioni, colpevoli di spillare agli utenti una quantità di soldi spesso consistente, ma comunque dipendente al titolo giocato in quel momento.
Non sempre, però, gli MMORPG si rivelano dei malefici spillasoldi, cosa che sembrano sapere bene i giocatori venezuelani, soprattutto quelli particolarmente dediti a RuneScape.
Il procedimento è praticamente vecchio quanto gli stessi MMORPG ma, questa volta, i protagonisti della vicenda sono i Bitcoin.
In poche parole, volenterosi giocatori venezuelani dedicano gran parte della giornata a farmare risorse virtuali utili al proseguimento del gioco, per poi rivenderle ad altri utenti utilizzando la famosa criptovaluta, convertendola poi in denaro “tradizionale”.
Il motivo di questo fenomeno, che pare coinvolga una larghissima parte della popolazione venezuelana, è da ricondurre direttamente alla condizione socio-economica dello stato, il cui mercato del lavoro sembrerebbe offrire ben poche prospettive alla popolazione.
Nonostante i guadagni ricavabili da questa attività non sono poi così eclatanti (per i giocatori più abili, e non è da tutti esserlo, il guadagno massimo si aggira attorno ai 3 dollari allora), essi sono comunque decisamente superiori agli stipendi medi dei lavori che il Venezuela ha da offrire, cosa che ha spinto molti cittadini a dedicarsi a tempo pieno a questa attività.
Lo stesso RuneScape, poi, si presta particolarmente a questa pratica, dal momento che è giocatissimo in tutto il mondo e che necessità di requisiti di sistema del tutto irrisori, alla portata anche delle macchine più obsolete.
In ogni caso, le cose non sono tutte rose e fiori per i giocatori del Venezuela, dal momento che la rivendita di risorse in-game per denaro reale (Bitcoin inclusi) è espressamente vietata dall’EULA del gioco, esponendo chi utilizza questa pratica al rischio di essere bannato dal gioco (come minimo) e veder andare in fumo ore di lavoro.
In ogni caso, al di là della legittimità o meno di tali forme di guadagno, è interessante notare come anche un “semplice” videogame possa talvolta permettere ad una famiglia di mantenersi e di vivere serenamente. Con tutto ciò di negativo che quotidianamente si dice dei videogiochi, non è poco!
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