La Cina blocca l'approvazione di nuovi giochi
Direttamente dal portale Bloomberg, veniamo a conoscenza di una spiacevole situazione che si sta verificando in Cina in questi giorni.
In poche parole, il governo cinese avrebbe di fatto bloccato l’intero mercato videoludico del paese, con lo scopo di stabilire nuove direttive in materia di licenze per la distribuzione e l’approvazione dei contenuti presenti all’interno dei videogiochi.
Per un periodo al momento indefinito, quindi, l’intero processo di approvazione per la pubblicazione di nuovi titoli non sarà funzionante, con il risultato che i nostri colleghi cinesi non vedranno arrivare nuovi giochi sul mercato fino a quando la situazione non verrà sbloccata.
Come forse ricorderete, proprio qualche giorno fa, Tencent era stata costretta a ritirare dal mercato cinese Monster Hunter World, hunting game rilasciato da appena una decina di giorni (su PC) e che, secondo le prime motivazioni emerse, sarebbe stato tacciato dalle autorità cinesi di includere contenuti non approvati dal governo, tra cui scene di violenza e di sesso.
Come saprete se avete avuto modo di provare il titolo, all’interno di MHW i toni sono generalmente abbastanza soft per quanto riguarda la violenza, mentre i temi sessuali sono totalmente assenti; come evidenziato dal Financial Times, dunque, i veri motivi dietro a tale rimozione potrebbero essere altri, in larga parte collegati a dei presunti controlli burocratici che il publisher avrebbe arginato per pubblicare il gioco.
Con tutta probabilità, il blocco massivo del mercato videoludico cinese e il ritiro dallo stesso di Monster Hunter sono eventi correlati e non è al momento chiaro come tutta questa situazione andrà a risolversi.
È facile supporre, anche se non è possibile averne la certezza, che i nuovi “rischi” relativi alla correlazione microtransazioni-gioco d’azzardo abbiano fatto rizzare le orecchie alle autorità cinesi, da sempre molto attente a censurare qualsiasi cosa che possa anche solo lontanamente entrare in conflitto con l’ideologia dello stato.
Come diretta conseguenza di tale situazione, diversi publisher operanti all’interno del settore cinese hanno visto il loro valore in borsa scender vertiginosamente, con la stessa Tencent che ha registrato un calo pari al 3,9% del proprio valore.
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