FPS sci-fi - Retribution prova a limare alcuni dei difetti del precedente Tango Down, con lo scopo di proporre un esperienza competitiva completa e appagante; missione riuscita?
Blacklight: Retribution è un FPS online che adotta il modello free to play.
Seguito del precedente Blacklight: Tango Down ne riprende l’ambientazione e lo stile, cercando di innovare il gameplay e l’offerta ludica proposta al tempo.
Lo stile di gioco proposto deriva direttamente dai dettami imposti dal filone di shooter inaugurato da Call of Duty, con partite sempre tese e movimentate, che puntano più sui riflessi del giocatore che su una effettiva strategia pianificata a priori.
A cercare di smorzare la sensazione di già visto ci pensano le hardsuit, esoscheletri utilizzabili durante le partite in grado di trasformare il nostro personaggio in una piccola macchina di morte semovente.
Purtroppo, il sistema di remunerazione adottato dagli sviluppatori non è dei migliori e finisce spesso con lo sbilanciare le partite a vantaggio dei giocatori disposti ad investire soldi reali nella produzione.
Quello degli FPS competitivi è sempre stato un genere videoludico piuttosto florido.
Dai primissimi esponenti ormai divenuti leggendari, dove l’abilità e i riflessi del giocatore dietro alla tastiera erano tutto ciò che contava per ottenere la vittoria, gli shooter online si sono decisamente evoluti, creando sotto-generi (e spesso sotto sotto-generi) altamente variegati ed in grado di discostarsi ampiamente da quella che rappresentò la base di partenza del genere.
Blacklight: Retribution è un FPS competitivo online, seguito di Blacklight: Tango Down da cui mutua alcune caratteristiche ed idee di fondo.
Per esperienza, sappiamo che il modello free to play (adottato da Retribution) non sempre calza a pennello con gli FPS, titoli che richiedono meccaniche bilanciate alla perfezione per poter garantire un certo livello di qualità nell’esperienza di gioco, eppure in passato abbiamo avuto team di sviluppo in grado di far coesistere le due cose ottenendo un bilanciamento onesto tra gameplay ed influenza delle microtransazioni; Blacklight apparterrà al primo o al secondo gruppo? Scopriamolo!
Sviluppato da Hardsuit Labs, con la partecipazione di un peso massimo del calibro di Perfect Worlds, Blacklight: Retribution è stato progettato per essere uno degli shooter online più giocati sulla piazza, forte di meccaniche rodate e di un contesto che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto calamitare i giocatori all’interno dei suoi server.
Il setting a cui si rifà il gioco è quello del classico cyber-punk, fatto di metropoli tentacolari costellate dai neon e di soldati equipaggiati con tute decisamente futuristiche.
Nonostante non sia il primo gioco ad offrire questa particolare ambientazione l’idea non è male, peccato solo che tutto tende a scadere un po’ nella banalità, proponendo al giocatore la serie completa di cliché appartenenti a questo filone, con un’atmosfera vagamente distopica e la classica pioggia battente che ci farà compagnia in più di un’occasione.
Non che da un semplice FPS competitivo ci aspettassimo chissà quale background, ma il senso di una personalità piuttosto risicata è facilmente avvertibile in molti frangenti.
Scesi in battaglia per la prima volta, il gioco ci accoglie con un tutorial essenziale ma ben fatto, molto utile per spiegarci per filo e per segno le meccaniche di gioco senza prolungarsi eccessivamente e, eventualmente, lasciando al giocatore il tempo che gli occorre per fare ulteriore pratica con tutti gli aggeggi di morte che potremo poi utilizzare in partita.
Tastiera alla mano, il feedback di gioco è simile a molti FPS odierni; la mobilità del nostro personaggio, così come la velocità media di gioco, è piuttosto elevata e le transizioni da un punto della mappa al punto di respawn decisamente frequenti.
Elaborare sofisticate strategie non servirà a molto e tutta la tattica del mondo non vi aiuterà ad ottenere la vittoria se, alla base, non vi è un giocatore con mano ferma e riflessi saldi.
In Retribution si corre, si salta, si corre ancora un po’ e poi si fa fuoco all’impazzata, in uno schema di gioco derivato direttamente dagli shooter odierni.
In un confronto diretto con i suoi simili, però, Blacklight ne esce con le ossa rotte, incapace com’è di rivaleggiare ad armi pare con i titoli a cui è ispirato.
A patto di sganciare la pecunia necessaria, potremo agghindare il nostro personaggio in miriadi di modi diversi
tutta la tattica del mondo non vi aiuterà ad ottenere la vittoria se, alla base, non vi è un giocatore con mano ferma e riflessi saldi
Le bocche da fuoco presenti restituiscono un feedback non sempre soddisfacente, le mappe sono spesso spoglie e, salvo qualche eccezione, piuttosto anonime e l’entusiasmo iniziale finisce presto per perdersi in un vortice di ripetitività.
A risollevare, anche se solo in minima parte, le sorti del titolo ci pensano le cosiddette hardsuit, degli speciali esoscheletri che, tramite l’acquisto direttamente in-game (con punti accumulati in partita) o mediante degli specifici punti di spawn, possono essere richiamati sulla mappa per ottenere una potenza di fuoco aggiuntiva.
Mettersi alla guida di questi pseudo mech risulta piuttosto divertente, con la sola riserva che, pure in questo caso, le armi in dotazione risultano piuttosto deludenti da utilizzare, non restituendo quella sensazione di potenza assoluta che ci si aspetterebbe.
Trovata azzeccata la possibilità di guadagnare dei punti con varie azioni (uccisioni, assist, ecc…) per poi utilizzarli direttamente in partita per ottenere munizioni extra ed altri bonus, tra cui armi e la già citata hardsuit.
Dal punto di vista delle modalità di gioco, il titolo non offre grossi spunti di originalità, proponendoci le classiche varianti tipiche del genere.
Dal deathmatch classico a quello a squadre, passando per il cattura la bandiera ed altre varianti ad obiettivi tutto scorre via in maniera piuttosto canonica, con un repertorio piuttosto ordinario ma comunque completo e variegato.
Unica nota a parte, forse, possiamo riservarla ad una speciale modalità sopravvivenza che, invece di metterci contro altri giocatori, ci chiede di cooperare con essi al fine di resistere il più a lungo possibile alle ondate di nemici che ci verranno incontro.
L’ultimo appunto, invece, lo dedichiamo al sistema di microtransazioni adottato dal gioco; ebbene, esso è semplicemente invadente e tende a premiare eccessivamente i giocatori disposti a sborsare soldi reali nello shop del gioco.
l’entusiasmo iniziale finisce presto per perdersi in un vortice di ripetitività
Nonostante sia assolutamente lecito che gli sviluppatori monetizzino in qualche modo le loro creazioni, in Retribution le cose appaiono piuttosto sbilanciate, togliendo gran parte del divertimento sia a chi, non disposto a spendere, si ritrova impossibilitato ad ottenere risultati degni di nota, sia a chi, shoppato a puntino da testa a piedi perde ogni motivazione nell’eccessivo vantaggio accumulato con gli acquisti.
Blacklight: Retribution non è certo un capolavoro e nemmeno uno degli esponenti più validi del genere a cui appartiene.
Ad un setting poco originale ma comunque interessante, affianca meccaniche già viste in altri shooter ma senza raggiungerne lo stesso livello qualitativo, finendo per proporre al giocatore un minestrone di vari elementi decisamente insipido.
Se dal punto di vista del gameplay le cose, pur non essendo certo al top, sfiorano comunque la sufficienza, ciò che affossa del tutto il gioco è il sistema di remunerazione adottato dagli sviluppatori che, senza mezzi termini, obbliga l’utente a vari esborsi per rimanere competitivo, finendo per premiare eccessivamente tutti coloro disposti a pagare ben più di quanto sarebbe lecito fare.
Pronto ad entrare nel mondo di Blacklight: Retribution? Clicca per giocare ora!Con un annuncio che è stato pubblicato direttamente dal team di sviluppo sui propri canali ufficiali, Hardsuit Labs ha confermato nel corso di queste ore che a breve verranno dismessi del tutto i server PC di Blacklight: Retribution, così come cesserà qualsiasi supporto tecnico da parte dei developer. Sebbene sia ... » continua
Ci siamo più volte occupati di giochi sparatutto qua su AreaMMO, ma sono state abbastanza rare le volte in cui abbiamo trattato esplicitamente di FPS Online. FPS è, infatti, un acronimo che sta per First-Person Shooter, ossia giochi sparatutto in prima persona, e a quanto pare il mondo dei free-to-play ... » continua
Cosa Ci È Piaciuto..
Hardsuit e potenziamenti in partita
Tante modalità
.. e cosa no
Gameplay già visto
Microtransazioni invasive
Tecnicamente sottotono
Cosa ci è piaciuto..
.. e cosa no
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