Il gioco di MTG Definitvo - Dopo diverse conversioni videoludiche solo discrete, Arena è la risposta di Wizards ai migliori esponenti del genere
Dopo 25 anni dall’uscita del gioco da tavolo, Arena rappresenta la versione digitale definitiva di Magic: The Gathering.
Il titolo si presenta al varco dell’open beta in versione ambivalente, nel senso che, pur possedendo diversi accorgimenti pensati per introdurre alle meccaniche del gioco un pubblico del tutto nuovo, si impone fin da subito come un titolo estremamente competitivo, privo di fronzoli e di modalità utili a far semplicemente intrattenere l’utente, e pregno fino al midollo di un’impostazione chiaramente pensata per l’esport o, comunque, il gioco ad alti livelli.
Nonostante la closed beta del titolo includesse anche le espansioni appartenenti ai blocchi Amonkhet e Kaladesh, con l’uscita della beta aperta il team di sviluppo ha optato per eliminare, in concomitanza con l’introduzione di Gilde di Ravnica, le carte ormai fuoriuscite dal formato standard, che rimane l’unico giocabile al momento (gli sviluppatori hanno comunque confermato che in futuro torneranno anche le espansioni meno recenti).
Pur rendendosi colpevole di alcune mancanze, talvolta anche piuttosto gravi (come l'impossibilità di poter sfidare i propri amici), MTG Arena rappresenta comunque le fondamenta incredibilmente solide di un’esperienza ludica che, se supportata a dovere, in futuro potrebbe davvero essere in grado di ergersi sul trono del TCG migliore in assoluto, e stavolta non soltanto in formato cartaceo.
Progenitore di qualsiasi gioco di carte collezionabili, Magic: The Gathering è portatore di una storia unica, ma dal sapore classico. Prendere in mano un qualsiasi mazzo appartenente a questo gioco equivale a sfogliare un glossario fantasy, e fare un’immersione a pieni polmoni all’interno di un mondo incantato che sembra schiumare “nerdaggine” da ogni poro, con l’accezione più positiva che è possibile affibbiare a questo meraviglioso termine.
Nonostante il gioco cartaceo sia una vera e propria istituzione, però, con alle spalle una storia che ha da poco spento le 25 candeline, le controparti digitali di MTG non sono mai riuscite a brillare di luce propria.
Se MTG Online è un titolo ancora oggi giocatissimo, è comunque difficile consigliarlo a coloro che vorrebbero avvicinarsi a questo mondo da zero, mentre l’altro esponente elettronico disponibile, Magic Duels, non è mai riuscito veramente a far breccia nel cuore dei giocatori (appassionati del gioco da tavolo o meno) ed è ormai avviato alla dismissione.
Sulla scia di un rinnovato interesse da parte degli utenti nei confronti dei TCG, esploso in maniera dirompente dopo l’uscita di Hearthstone, non c’era davvero momento migliore per proporre sul mercato Magic: The Gathering Arena, titolo che, forte delle sue solide fondamenta attinte direttamente dal gioco cartaceo, potrebbe veramente decretare il successo (anche) digitale di una tradizione che va avanti dal lontano 1993.
Qualcuno potrebbe trovarlo scontato, ma prima di procedere è necessario fare una breve panoramica di quello che è Magic: The Gathering (o “L’Adunanza”, qualora siate legati alla vecchia nomenclatura con cui venivano identificate le vecchie edizioni italiche del gioco).
Legandosi ad un vecchio concetto ormai diventato quasi la norma in molti TCG (e titoli fantasy in generale), Magic è un gioco in cui la nostra possibilità di lanciare magie (ogni carta all’interno di Magic, Terre escluse, è, appunto, una magia. Esistono magie creatura, magie incantesimo e così via ma, salvo rare eccezioni, dire magia equivale a dire “carta”) è strettamente correlata al mana in nostro possesso.
A differenza di molti altri titoli di carte, qui il mana totale non viene aggiunto alle riserve del giocatore semplicemente con l’avanzare dei turni ma è rappresentato da specifiche carte Terra che dovremo fisicamente giocare dalla nostra mano.
Le carte Terra possono essere di 5 colori differenti (bianche, rosse, nere, verdi e blu) ed ogni carta, prima di essere giocata, necessiterà che il giocatore sia in possesso degli adeguati requisiti di mana che, a seconda della magia da lanciare, potranno essere bassi o elevati, relativi ad un unico colore o molteplici.
Semplificando, ogni colore presenta di massima un modo di giocare e di impostare il proprio grimorio (mazzo) ben definito, ovviamente con tutte le eccezioni e le varianti del caso.
Se le carte richiedenti mana rosso sono generalmente pensate per costruire strategie aggressive, capaci di infliggere molti danni direttamente all’avversario, le magie verdi sono più improntate al riempire il campo di battaglia con creature massicce e dall’alto valore d’attacco, mentre quelle blu sono maggiormente propense a strategie più ragionate e tendenti a mantenere il controllo del campo di battaglia con rimozioni e incantesimi in grado di rendere inutili le magie del nostro sfidante.
Stiamo ovviamente semplificando il tutto all’inverosimile, quasi al limite del banale, ma questo ci è necessario per far intravedere ai neofiti le potenzialità che possiede questo gioco, potenzialità che diventano smisurate se prendiamo in considerazione il fatto che i vari colori possono essere mischiati a nostro piacimento, tramite la creazione di mazzi ibridi imprevedibili, che raramente portano il meta del gioco a ristagnare per lunghi periodi.
A differenza di molti altri titoli di carte, qui il mana totale non viene aggiunto alle riserve del giocatore semplicemente con l’avanzare dei turni ma è rappresentato da specifiche carte Terra che dovremo fisicamente giocare dalla nostra mano.
Non ci addentreremo ulteriormente nel merito delle regole e del funzionamento del gioco, sarebbe troppo lungo ed anche fuori luogo in questa sede ma, tra le altre caratteristiche che contribuiscono a rendere Magic un’eterna avanguardia per quanto riguarda l’aspetto strategico del suo funzionamento, vi è la possibilità di sorprendere l’avversario giocando delle carte direttamente durante il suo turno.
Ci sono infatti alcune magie, definite Istantanee e Lampo, che possono essere giocate in qualsiasi momento, aumentando a dismisura il valore tattico della partita.
Strettamente legato a quanto detto sopra, poi, vi è il concetto stesso di bluff, capace di rendere veramente tese e all’ultimo fiato le partite più combattute della versione da tavolo del gioco.
Sorprendentemente, il team di sviluppo di Arena ha compiuto l’impossibile, adottando un semplice accorgimento che, però, riesce a restituire in maniera efficacissima la possibilità di bluffare, nonostante il nostro avversario non si trovi fisicamente di fronte a noi.
Con la pressione di un semplice tasto (ctrl con la configurazione predefinita), potremo infatti passare alla modalità “controllo automatico”, che ci permetterà di bloccare momentaneamente le varie fasi del turno dell’avversario fino a che non giocheremo una carta (istantanea o lampo) o decideremo esplicitamente di dargli il via libera per procedere nella sua prossima fase. Questo potremo farlo anche qualora non avessimo nessuna carta istantanea in mano, dando così al nostro avversario la finta impressione di aver pronta una contromossa da utilizzare da un momento all’altro: semplice ma geniale.
Se siete già degli esperti di Magic e delle sue meccaniche, Arena saprà immediatamente mettervi a vostro agio e, giusto il tempo di accumulare una discreta quantità di carte, sarete già lanciati verso le modalità più competitive presenti senza troppi preamboli apprenditivi.
Come giusto che sia, però, MTG Arena non può rivolgersi unicamente a chi il gioco già lo conosce e, anzi, siamo sicuri che tra i suoi obiettivi principali ci sia proprio il catturare l’interesse di un bacino di utenti che, pur non avendo mai preso in mano una card fisica, possiedono il potenziale giusto per appassionarsi alle meccaniche del gioco e, perché no, decidere in futuro di approcciarsi anche alla controparte da tavolo una volta presa confidenza con le dinamiche delle partite.
Qualora non abbiate mai vestito i magici panni di un Planeswalker, dunque, Arena si sobbarca di un compito gravoso ma necessario nei vostri confronti, ossia quello di introdurvi al gioco senza tediarvi con lunghe spiegazioni inerenti ogni singola meccanica presente nel gioco.
Questo compito, siamo felici di poterlo dire, è stato portato a termine in maniera assolutamente egregia, adottando un approccio che potrebbe inizialmente far storcere il naso ma che si rivela invece la scelta più intelligente tra quelle che sarebbero state possibili in questo ambito.
Il tutorial presente, infatti, decide volontariamente di concentrarsi solo sugli aspetti più basici delle regole di una partita, consegnando nelle mani dell’utente tutti gli strumenti necessari ad un successivo apprendimento in solitaria.
Avviato il gioco per la prima volta, ci verranno proposte 5 sfide contro altrettanti avversari controllati dall’intelligenza artificiale, in cui saremo guidati dal titolo stesso nella scelta delle mosse più giuste da eseguire in ogni momento.
Queste 5 fasi ci introdurranno man mano ai vari concetti del gioco, proposti seguendo un ordine di complessità crescente. Se nella prima partita ci verrà illustrato semplicemente il concetto di mana come inteso dal gioco, e i requisiti richiesti per l’evocazione di una determinata creatura, man mano che si avanzerà nel tutorial il titolo ci spiegherà il funzionamento delle fasi di blocco, l’importanza delle magie incantesimo, la furbizia implicita nel sorprendere il nemico con carte istantanee (o lampo) e le varie abilità speciali di cui potrebbe eventualmente essere dotata una creatura.
Arena si sobbarca di un compito gravoso ma necessario nei vostri confronti, ossia quello di introdurvi al gioco senza tediarvi con lunghe spiegazioni inerenti ogni singola meccanica presente nel gioco.
Proprio le ultime citate, non verranno prese in esame nella loro totalità e il gioco si limiterà a segnalarci il fatto che alcune magie-creatura potrebbero possederne di diverse, lasciandoci a noi il piacere di scoprirle man mano.
Questa scelta è a nostro parere vincente, poiché permette di snellire significativamente il tutorial, rendendo l’utente immediatamente pronto a confrontarsi contro i primi rivali in carne ed ossa e rendendo l’apprendimento graduale, senza che il giocatore venga bombardato con troppe nozioni che probabilmente verranno dimenticate o genereranno confusione nella sua testa. C’è inoltre da considerare che, almeno di investire grosse somme di denaro fin da subito, il parco carte concesso inizialmente al giocatore sarà abbastanza limitato, composto perlopiù da mazzi precostituiti; dato che in questi stessi deck sono presenti per la maggior parte carte con meccaniche e abilità basilari, il fatto di non introdurre nel tutorial concetti più avanzati assume un senso ancora maggiore.
Questa mentalità non è tuttavia esente da difetti e su alcuni specifici punti il gioco non riesce ad essere totalmente chiaro nei confronti dei suoi nuovi giocatori. In particolare, tipologie di carte come le “Saghe” o addirittura i fondamentali Planeswalker (carte particolarmente potenti capaci da sole di ribaltare le sorti della partita), non vengono minimamente nominate all’interno dell’introduzione al gioco e questo potrebbe generare un marcato senso di spaesamento quando queste carte verranno giocate contro l’utente per la prima volta.
A nostro parere, pur continuando a lodare la scelta fatta dagli sviluppatori, finalizzata ad un tutorial semplice e snello, riteniamo che la cosa migliore sarebbe stata quella di decidere di introdurre un secondo tutorial, magari sbloccabile dopo un tot. di partite, finalizzato a familiarizzare proprio con queste particolari carte.
La prima volta che si accede al menù principale del gioco, la prima cosa che viene naturale fare, soprattutto se non si è ancora particolarmente padroni delle varie tipologie di nomi con cui sono chiamati i vari formati, è esclamare: “WOW!”.
Effettivamente, previo switch on di tutte le modalità presenti (è presente un tasto apposito, nell’angolo in alto a destra dello schermo), quelle elencate sono un bel po’ ed è facile farsi trasportare dall’entusiasmo una volta viste tutte quelle voci.
Il menù di gioco è infatti diviso in due sezioni principali, una denominata “Eventi” e l’altra con la nomenclatura di “Graduatoria”; se in quest’ultima potremo prendere parte a partite affrontabili da chiunque senza particolari “dazi” d’ingresso, con lo scopo di salire di grado ed ottenerne uno migliore, tutte le tipologie di partite presenti sotto la voce Eventi richiederanno di pagare una sorta di tassa d’entrata, talvolta in monete d’oro (guadagnabili con le missioni giornaliere), talvolta in gemme (acquistabili nel cash shop con denaro reale) ma spesso scegliendo tra entrambi i metodi.
In “Graduatoria” sono presenti soltanto due tipologie di match, il gioco agonistico e quello normale; l’unica differenza tra queste due varianti è che, se in modalità agonistica prenderemo parte ad una sfida più lunga, in cui vincerà chi si porterà a casa tre partite, nel gioco normale disputeremo un’unica partita veloce.
Le modalità raggruppate sotto la voce Eventi sono invece più interessanti, ma assolutamente sconsigliate per chi è agli inizi e ancora poco incline a costruirsi un mazzo da zero sfruttando solo le proprie conoscenze.
In maniera simile a quanto accade nella modalità Arena di Hearthstone, nei vari eventi parteciperemo pagando un costo iniziale e guadagnando ricompense sempre più corpose man mano che accumuleremo vittorie. Dopo un determinato numero di sconfitte, solitamente 2 0 3 a seconda dei casi, verremo però buttati fuori dalla modalità e ci toccherà pagare un’altra volta l’ingresso per poter partecipare di nuovo.
Esclusi gli eventi “Constructed”, in cui potremo utilizzare un mazzo creato da noi avendo a disposizione tutte le carte presenti nella nostra collezione, gli altri eventi (Draft e Sealed) ci metteranno a disposizione un determinato numero di bustine da 15 carte casuali l’una con cui costruire il mazzo. Queste partite sono indubbiamente stimolanti, anche a causa dei ricchi premi in palio, e gli esperti del gioco troveranno sicuramente pane per i loro denti. Per un giocatore che si è appena approcciato al gioco, tuttavia, cimentarsi in tali modalità è fortemente sconsigliato, rendendo preferibile investire le monete guadagnate per l’acquisto di pacchetti con cui ampliare la propria collezione, in modo da familiarizzare maggiormente con le carte presenti e prendere confidenza con i concetti alla base della costruzione di un buon mazzo.
Il menù di gioco è infatti diviso in due sezioni principali, una denominata “Eventi” e l’altra con la nomenclatura di “Graduatoria”.
L’offerta contenutistica di Arena si ferma qui e, come potete vedere, non ci sono particolari fronzoli all’interno del gioco. Da questo punto di vista, è abbastanza evidente che, almeno in questa fase di inizio del suo ciclo vitale, MTG Arena sia un prodotto maggiormente fruibile per chi è già un appassionato di Magic o per tutti coloro che siano fortemente interessati ad entrare nel merito del gioco. Se cercate un’esperienza che possa garantirvi del divertimento immediato, magari con una filosofia del tipo “faccio una partita veloce per rilassarmi e poi passo ad altro”, be’, forse non è questo il TCG più adatto a voi.
Tutto in Arena è pensato per offrire agli utenti un’esperienza fortemente competitiva e, in qualunque modalità decidiate di cimentarvi, avrete la consapevolezza che sia voi che il vostro avversario siate lì per vincere. Punto. Il divertimento è presente, ma deriva dalla soddisfazione di aver giocato bene le proprie carte.
Non esistono altre modalità all’infuori di quelle citate prima. Non c’è una modalità storia né una pensate per un giocatore singolo. Non esiste nemmeno una modalità allenamento con cui sfidare la CPU; non ci sono modalità più leggere pensate per staccare un po’ dalla competitività del resto del gioco e, addirittura, non è nemmeno possibile sfidare i propri amici.
Quest’ultima è a nostro parere una grossa mancanza e gli sviluppatori hanno già ammesso di essere al lavoro per implementarla quanto prima, tuttavia la dice lunga sulle intenzioni con cui è stato progettato il gioco, sicuramente meno propenso della concorrenza ad essere ritenuto un mero passatempo e molto più proiettato verso il settore competitivo e dello streaming.
Che questa mentalità albergante dietro al gioco sia un pregio o un difetto è qualcosa di difficile da dire al momento ma, in tutta onesta, una maggiore varietà dal punto di vista delle modalità presenti, magari introducendo semplicemente altri formati come Commander o Modern, ci avrebbe fatto piacere.
Se in conclusione all’ultimo paragrafo avete avuto un brivido di freddo nell’apprendere dell’assenza del formato Modern, purtroppo siamo costretti a confermare le vostre sensazioni.
Infatti, accedendo al negozio in-game, all’interno del quale potete acquistare le varie bustine di espansione (con monete o gemme che siano), vi accorgerete immediatamente come siano disponibili unicamente le carte legali all’interno del formato standard, ossia quelle uscite da Ixalan in poi.
Questo significa che, nonostante possiate mettere le mani già da ora sulle nuovissime carte facenti parte dell’espansione Gilde di Ravnica, tutte le carte facenti parte delle espansioni precedenti a L’Era della Rovina compresa, non potranno essere utilizzate all’interno del gioco.
Il team di sviluppo ha dichiarato che, in futuro, implementeranno nel gioco anche le carte più vecchie (tenete comunque presente che nella closed beta erano disponibili le carte facenti parte dei blocchi Amonkhet e Kaladesh, poi rimossi dalla beta aperta), ma al momento non è chiaro quando questo avverrà.
Se non altro, pur limitate al formato standard, le carte presenti ci verranno concesse dal gioco in maniera abbastanza generosa, anche senza il ricorso al portafoglio.
Oltre alla possibilità di guadagnare diverse buste di espansione, le missioni giornaliere che il gioco ci metterà a disposizione ci permetteranno anche di sbloccare numerosi mazzi già precostruiti, con strategie di utilizzo che diventano via via sempre più complesse.
Quest’ultima è una cosa che abbiamo apprezzato in maniera particolare, perché permette anche ai giocatori meno abili nella costruzione di un deck, di entrare velocemente nell’ottica di un tipo di gioco più ragionato e strategico, in cui l’elemento fortuna viene assottigliato sempre di più. Anche se non del tutto, utilizzare man mano mazzi sempre più complessi sopperisce in parte alle mancanze del tutorial evidenziate prima.
Un escamotage alquanto originale è invece stato utilizzato per quel che riguarda l’acquisizione di nuove carte senza ricorrere ai pacchetti d’espansione; in molti altri TCG digitali, vedi ad esempio Hearthstone ed il ricorso alla polvere Arcana, è possibile eseguire una vera e propria azione di crafting della (o delle) carta che ci occorre, a patto di essere in possesso dei giusti requisiti.
In Arena questo non accade ma, tramite l’utilizzo di appositi token, potremo riscattare qualsiasi carta vorremo aggiungere alla nostra collezione.
In poche parole, man mano che aprirete pacchetti di carte, delle apposite barre verranno riempite e, una volta piene, ci verrà consegnato un token valevole per un determinato tipo di carta, che saranno classificate in base alla rarità (ottenere un token per una carta comune richiederà molti meno pacchetti aperti di un token valevole per il riscatto di una rara mitica).
Una volta in possesso di un token, questo potrà essere scambiato con una qualsiasi carta a nostra scelta del relativo livello di rarità, senza alcuna limitazione; una scelta atipica e forse un po’ macchinosa ma, nel complesso, funzionale.
Quando si analizza un TCG, l’aspetto grafico è sicuramente una delle cose più secondarie e meno incidenti nella valutazione globale. Tuttavia, tralasciarlo completamente non sarebbe corretto, anche in virtù di una concorrenza assolutamente agguerrita sotto questo punto di vista e che, specialmente con i suoi ultimi aggiornamenti (ci riferiamo in particolare a TES Legends e GWENT), sta puntando molto sull’offrire un prodotto appagante dal punto di vista visivo.
In questo senso MTG Arena presenta degli alti e bassi, poiché pur possedendo alcuni notevoli vantaggi impliciti derivanti dal gioco da tavolo, riassumibili nei meravigliosi artwork delle carte, riprodotti digitalmente in maniera sopraffina, il resto del comparto grafico non è certamente posizionabile tra i vertici della categoria.
Gli sviluppatori hanno scelto di adottare, per caratterizzare l’aspetto visivo del prodotto, un look semi realistico, lontano dalle derive vagamente cartoon viste ad esempio in Hearthstone. Questa scelta era quasi obbligata, perlomeno per restare in linea con i toni tipici del gioco originale di Wizards of the Coast, ma ha portato ad un appiattimento generale dei campi di gioco presenti, tendenzialmente spogli e molto poco ispirati.
Quest’ultimo, a dirla tutta, non è necessariamente un difetto, dal momento che avere lo schermo sgombro di elementi inutili può aiutare considerevolmente la comprensione della scena di gioco, cosa assolutamente fondamentale quando le partite si fanno lunghe ed il campo viene invaso da decine e decine di carte permanenti simultaneamente; tuttavia, se per qualsiasi motivo cercate un titolo in grado di farvi strabuzzare gli occhi per la sua magnificenza grafica, be’…quello non sarà Arena.
Nonostante questo, però, va detto che il gioco presenta al suo arco un elemento di indubbio pregio, rappresentato dalle animazioni contestuali delle carte più rare o potenti. Quest’ultime, quando giocate, genereranno una breve animazione che, il più delle volte, metterà in scena creature abnormi e malefici di sorta, garantendo per qualche breve istante un impatto scenografico davvero ragguardevole.
È quasi un peccato che queste animazioni siano così rare a vedersi e di così breve durata da avere un impatto quasi nullo sulla scena complessiva, poiché sono sicuramente tra le migliori viste ultimamente all’interno di un gioco di carte.
...va detto che il gioco presenta al suo arco un elemento di indubbio pregio, rappresentato dalle animazioni contestuali delle carte più rare o potenti.
Ciò su cui il gioco ha ampio spazio di miglioramento è invece tutto l’aspetto relativo alla personalizzazione. Questa è al momento davvero limitata e, salvo qualche manciata di avatar per il giocatore (tutti volti noti all’interno dell’immaginario di Magic), non presenta nessun altro aspetto estetico su cui è possibile operare una scelta, che essa sia di merito, magari per aver raggiunto particolari risultati in gioco, o che sia legata alle fatidiche microtransazioni.
Pur rimanendo dispiaciuti che non sia cambiato nulla rispetto alla fase di closed beta, sotto questo aspetto non ce la sentiamo comunque di penalizzare troppo il gioco, dal momento che il team di sviluppo ha già comunicato che, nei prossimi aggiornamenti, verranno sicuramente aggiunti nuovi avatar, la possibilità di personalizzare il retro delle carte e altro ancora.
In definitiva, Magic: The Gathering Arena si presenta al varco della beta aperta in forma smagliante, con ancora ampi margini di miglioramento, certo, ma dotato già da ora di una struttura portante di assoluta qualità e con un potenziale totale che, seppur solo scalfito, mostra già da ora tutte le potenzialità digitali di un gioco che sulla carta è già immortale.
Per tutti i cosiddetti “pro” del gioco da tavolo, Arena offre già tutto ciò di cui c’è bisogno; è competitivo, presenta i formati più giocati in quest’ottica ed è perfettamente integrato con le espansioni cartacee che usciranno in futuro.
Per tutti i giocatori per così dire “normali”, invece, la proposta contenutistica di Arena è una buona base di partenza ma ancora lontana dall’eguagliare la concorrenza sotto questo punto di vista. L’assenza di una modalità storia, o comunque pensata per essere giocata da soli, e la mancanza di modalità espressamente “for fun” potrebbero essere fattori critici sul lungo periodo, specialmente considerando il fatto che è ancora impossibile sfidare una avversario che non sia scelto in maniera casuale dal matchmaking.
Quello che vogliamo vedere a breve è l’implementazione di nuovi formati, la reintroduzione delle carte meno recenti utili a quest’ultimi, la possibilità di poter sfidare i nostri amici (tra tutte, questa è la caratteristica di cui si sente più la mancanza) e magari, con più calma, la possibilità di affrontare la CPU all’interno di una modalità per giocatore singolo.
Tutto il resto, per quanto gradito, può anche aspettare.
A conti fatti, quindi, Arena è un ottimo titolo ma non è ancora per tutti. I fan del gioco da tavolo lo adoreranno e gli amatori dei TCG se ne appassioneranno ma i giocatori più occasionali potrebbero stancarsene presto.
Se gli sviluppatori riusciranno ad implementare in maniera ragionevolmente veloce le mancanze che abbiamo discusso prima, Magic: The Gathering Arena potrebbe presto diventare, senza problema alcuno, il nuovo paradigma indiscusso dei giochi di carte digitali. Senza se né ma.
Finalmente, dopo un’attesa onestamente più lunga di quanto fosse lecito aspettarsi, Magic Arena è approdato su dispositivi mobile, o perlomeno per quella cerchia di modelli selezionati dagli sviluppatori. Allo stato attuale delle cose, infatti, il gioco è disponibile unicamente per dispositivi Android sul Google Play Store e i modelli ... » continua
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Cosa Ci È Piaciuto..
É Magic!
Tutorial schietto ed efficace...
Meccanica del bluff implementata ottimamente
Grande focus sul settore competitivo
.. e cosa no
Nessuna modalità in singolo o "accessoria"
...ma che accusa qualche omissione di troppo
Mancanza della possibilità di sfidare gli amici
Presente unicamente il formato standard
Cosa ci è piaciuto..
.. e cosa no
Mi piace questo gioco, voglio
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NON mi piace questo gioco, voglio
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